Gli anni passavano rapidi. Io e Franco eravamo sempre stati assieme, compagni di viaggio e di avventure. Ricordo il suo sguardo triste gli ultimi mesi prima di partire.
Furono mesi tristi anche per me. Si era rotta una magia un alchimia rara a trovarsi anche se avevo attorno sempre i miei amici di un tempo. Era primavera inoltrata.
Le cose erano cambiate e forse eravamo cambiati anche noi. In quegli anni molti baiosi avevano trascorso le vacanze in Spagna. Al Columbus si ascoltavano le gesta epiche e le bollenti avventure con le Spagnole.
Ne fummo talmente affascinati che decidemmo su due piedi di partire alla ventura. Io in Auto con Luca, e Franco e Paolo con le loro moto. Li in quella cittadina trovammo da dormire stravolti dalla fatica. Il giorno dopo arrivammo a Salou.
Salou era una cittadina molto bella con una grande Ramblas affollata di gente che si affacciava su una spiaggia arenosa per la maggior parte libera. Conoscemmo un sacco di ragazze, Francesi, Tedesche, Spagnole. Franco conobbe ed ebbe una storia con una bella ragazza Francese, Paolo e Luca si persero con altre straniere.
In compenso poi mi beccai la dissenteria e passai con la vacanza in studi medici costosi cercando di curarmi. Un vero disastro. Di quella vacanza conservo solo pessimi ricordi, pessimo cibo, pessimi locali. Il ritorno a casa per me fu una liberazione. A casa finalmente potei dire addio alla mia compagna la dissenteria. Ci ritrovammo ben presto a settembre al Columbus.
Annoiati, inquieti, nervosi. La gente era cambiata. Fu una scelta certamente e non me ne sono pentito. Grazie a tutti voi che continuate a leggermi.
E poi mi capitava , di isolarmi quando stavo al Columbus , di andare sulla spiaggia quando calava la notte , allora si poteva fare , nessuno ti rompeva le scatole. Mi capitava quando finivo di mangiare da Kenny , che era dietro viale Ceccarini , vicino a dei giardini prima del lungomare.
Kenny era il primo fast food che aveva aperto in riviera nei primi anni Ricordo un locale piccolo , con le sedute alte come i tavolini , pochi posti peraltro. Io mangiavo il classico Hamburger con patatine e Coca Cola. Ero sempre affamato , soldi ne avevo pochi , da vero studente universitario scapestrato.
Ero allora un alto ragazzo allampanato dalla pelle diafana sempre affamato. Io mal sopportavo la luce del sole , e male sopportavo pure il caos delle giornate assolate. Quel caos che era frutto della normale vita delle famiglia che frequentava la spiaggia.
E allora mi ritrovavo a perdermi con lo sguardo oltre la vetrina e poi via via ad accarezzare il giardino fino alle cabine illuminate dai lampioni schivando gli aloni di luce che facevano , nel vano tentativo di scorgere il mare.
Correre per sfuggire alla malinconia che non mi lasciava andare via , che non mi abbandonava mai , per poi lasciarsi cadere stanco sulla sabbia fredda vicino al mare , unica compagna la risacca che ti ricordava come un orologio che ticchettava che il tempo era passato che tu e Lei eravate passato. Menu Skip to content Home Contact iragazzidelcolumbus. Search for:. Quando tornate a casa chiediglielo.
Come i regolari» E mi venne da ridergli in faccia «Fottiti merdina molle. Fine prima parte. Capitolo Primo Parte seconda Finalmente, dopo un viaggio che parve eterno, arrivammo a Baricella.
Ciao, ragazzi. Io e Cinzia ci abbracciammo e ci scambiammo due innocenti baci sulla guancia. Doveva essere proprio vero, Lungo. Ciao Capitolo 1 A zonzo avvolti dalla nebbia. Hai davvero rotto con la Monica di Modena? Smettila, che stai facendo? Mi spaventi tutte le rane, vattene dal mio stagno. Fine prima parte….. Racconto inedito. Stasera ci divertiamo Rosso vedrai.
Il Rosso fece spallucce. Il Biccio che ci aveva sentito arrivare comparve sulla soglia di casa. Bella la macchina di mio zio vero? Dobbiamo battezzare la Squalo dei Bicciardi. Il Rosso ed il Biccio si misero a sghignazzare. Tutto ok? Ciao Lungo. Capitolo 2 dei ragazzi del Columbus Webnet radioseeeyou. Loading Comments La nostra frequentazione del Chicago ci permise in breve tempo di allargare il giro delle nostre conoscenze.
In Particolare ci stavamo domandando di chi fosse il pezzo che stava suonando. In breve io e Franco ci trovammo impegnati in una vivace discussione sulla musica , ma non solo , con i ragazzi di Sala Bolognese.
A quel tempo a me e Franco di soldi ne giravano veramente pochi per cui la serata del sabato al Chicago assorbiva la maggior parte delle nostre risorse. Il posto in se e per se non era niente di speciale ma era comunque una discoteca grande che faceva musica accettabile per quel periodo ed era piena di ragazze.
Una Domenica di gennaio , nel nuovo anno il , io e Franco conoscemmo un gruppo di ragazze liceali di Bologna. Io e Franco Accettammo di buon grado e con entusiasmo. La sera della festa arrivammo a casa della Cinzia a Bologna come concordato.
La festa era affollata di ragazze e ragazzi. La Cinzia e le altre ragazze facevano a gara per contendersi le attenzioni di Franco. Io mi misi seduto su un divano in disparte , quasi mi annoiavo. Mi misi a guardare , distrattamente le persone che andavano e venivano come api operaie indaffarate in quel salone.
A un tratto il mio sguardo fu catturato da una una ragazza che chiaccherava con un ragazzo in un angolo della sala. Piccola ,minuta con lunghe mani affusolate , che muoveva con garbata grazia , aveva i capelli ricci biondi naturali ,lunghissimi , pelle diafana su cui risaltavano sopra ogni cosa due profondi occhi verde smeraldo quasi a mandorla bellissimi. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Lei ad un tratto se ne accorse.
Quella sera in auto , sulla strada per Castelmaggiore , confessai a Franco oltre al mio disappunto per la mia timidezza che a me Katia piaceva tanto. In cuore mio speravo magari di rivederla con le amiche di Cinzia davanti a Polvere il sabato successivo.
Presi quindi una decisione , mi armai di coraggio e presi da parte Cinzia. Dai prometti che glielo dirai vero Cinzia? Scrollai le spalle e mi dissi che tanto oramai la frittata era fatta e piangerci sopra non sarebbe servito a nulla. In ogni caso mi dissi , rodersi per una cosa che oramai avevi fatto non sarebbe servito a nulla.
Chiesi a Franco di fare un giro della sala per fare in modo di incontrare le ragazze. Ed infatti le intercettammo vicino alle scale che portavano al piano superiore e alla galleria. Io e Katia non smettevamo mai di guardarci negli occhi. Katia spesso abbassava lo sguardo per la timidezza. Io la trovavo bellissima e cercavo sempre i suoi stupendi occhi verdi. Due anni dopo esce il progetto Mamukata con rispettivo gruppo per le Live Performance e ben otto dischi all'attivo.
Con questo progetto inizia un nuovo movimento dove il D. Attualmente il D. Infine da ricordare la presenza nei maggiori afroraduni italiani, austriaci e tedeschi.
Pubblicato da IlRosso a
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